Il difficile rapporto tra scuole e ricerca educativa
I docenti “avendo troppo da fare a insegnare, non hanno tempo per studiare”. Così si chiude uno degli articoli dedicati ai temi della scuola e dell’educazione che Tullio De Mauro ha scritto per Internazionale nell’annata 2011 (De Mauro, 2011, p. 85). L’articolo presenta una breve ricognizione degli investimenti che la Francia ha deciso di fare sulle politiche scolastiche. Nonostante le buone intenzioni vi sono problemi di lungo periodo che rimangano irrisolti. Gli insegnanti, rispetto agli altri dipendenti pubblici francesi, hanno metà delle risorse per la formazione permanente. Rischiano così di rimanere esclusi dalla vita scientifica e dalla fruizione di conoscenze professionali aggiornate.
La disponibilità di investimenti può essere una delle chiavi di lettura. Il rapporto tra “pratica educativa” e “ricerca scientifica” richiama, a nostro avviso, ulteriori spiegazioni. La questione ci sembra duplice. Un’enorme quantità di informazioni scientifiche ne rende problematica la fruizione a chi non possiede abilità specializzate. Secondo, non sempre le scuole e i docenti attribuiscono valore di utilità ai contenuti della ricerca scientifica.
Primo punto: alla data del 2 Novembre 2011 il numero totale di articoli presenti in ERIC (Education Recources Information Center) era pari a 1.419.096 record: 908.408 articoli pubblicati in riviste, 510.688 tra libri, letteratura grigia e rapporti di ricerca[1]. È incredibilmente serio il problema del collegamento tra la vastità della produzione scientifica e le condizioni concrete nelle quali operano docenti, scuole e alunni (Gardner, 2002). Secondo: la ricerca scientifica in campo educativo riceve molteplici critiche poiché giudicata di scarsa rilevanza ed utilità dai “pratici” (Burkhardt e Schoenfeld, 2003).
Il tema che si vuole discutere è, dunque, “il come” rendere interdipendente la relazione tra “mondo pratico” e “ricerca scientifica”.
Alcune anticipazioni state date durante la "Fiera del Levante" con la conferenza stampa dell'Ass. Alba Sasso del 12 Settembre e durante il discorso inaugurale del Presidente On. Nichi Vendola.
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Nell'anno 2009-10 abbiamo curato come DIPED il lavoro di supporto ai tutor e raccolta dati. la Relazione finale è disponibile sul sito successoformativo.it.
Per la riunione del 28 non ci sarò per impegni accademici da lungo tempo già fissati.
Nel 2003 e poi nel 2008 Tony Buzan ha parlato di rappresentazioni non-linguistiche della conoscenza proponendo un approccio chiamato "mappe mentali". Di ispirazione associazionista è da distinguere dalle "mappe concettuali" di matrice "connessionista". Cos'è una mappa mentale? E' un "disegno concettuale", cioè un diagramma utilizzato per rappresentare idee, processi, fatti e che contiene parole, immagini e collegamenti tutti in relazione tra loro in maniera radiante. Partendo da una parola o immagine collocati al centro della schematizzazione si associano ulteriori elementi.
La mappa mentale si basa sulla convinzione che il nostro pensiero è radiante (radiant thinking): il cervello umano rappresenta le informazioni creando nuove connessioni. Le schematizzazioni, metaforicamente, rimandano ad un neurone da cui si irradiano sinapsi e assoni.
Alcune regole ed esempi di come si costruisce una mappa mentale sono visibili nei video "How to make a mind map" versione 1 e 2.
Un programma per realizzare mappe mentale è EDRAW. La versione di prova è scaricabile al seguente indirizzo: http://www.edrawsoft.com/.
SMS e Facebook utilizzati durante la lezione Gli insegnanti di una scuola superiore californiana usano la messaggistica testuale via sms o Ipod, Facebook e altre tecnologie per coinvolgere gli studenti a lezione e aiutarli ad apprendere i contenuti delle discipline. Gli insegnanti ricevendo le risposte degli studenti via sms o mediante i post verificano immediatamente se hanno compreso i contenuti di una lezione o se hanno bisogno di un lavoro di spiegazione aggiuntivo. Il preside della scuola: "O noi dominiamo le tencologie dell'informazione in termini didattici, o saremo obsoleti per i prossimi 5 anni".
Gli utenti di e-reader dichiarano di leggere più libri Secondo un recente studio di Harris Interactive (studi di marketing) gli utenti di Kindle, iPad, or Nook dichiarano di leggere più libri. Tra gli utilizzatori di e-reader, il 53% dichiara di leggere più libri rispetto a 6 mesi. Solamente il 18% di coloro che non usano gli e-reader danno la stessa risposta. Sebbene lo studio si focalizza su soggetti adulti, i risultati possono suggerire degli spunti per comprendere le abitudini di lettura dei giovani.
Gli studenti migliorano le abilità di lettura mediante un gioco interattivo web-based In Canada, gli studenti possono migliorare le abilità di lettura attraverso l'uso di un gioco interattivo web-based. Il programma - chiamato ABRACADABRA - è basato sull'esame della ricerca di base relativa a come gli alunni imparano a leggere. Gli esperti affermano che la soluzione tecnologica produce risultati migliori quando è associata ad una alta qualità dei processi d'insegnamento.